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Perchè fare i “timidi”?

 

Iniziamo con una breve check-list: 

Checklisthai un sito Internet in cui la tua azienda parla bene di sé stessa;

hai brochure in cui la tua azienda parla bene di sé stessa;

hai video in cui la tua azienda  parla bene di sé stessa;

hai spazi pubblicitari in cui la tua azienda parla bene di sé stessa.

Ma quanti articoli giornalistici autorevoli hai che parlano bene della tua azienda?

Parlare bene di sé è un modo di comunicare

Parlare bene di sé e in più farne parlare bene, è un altro modo di comunicare

Ma quali sono gli articoli che portano vantaggi concreti e durevoli nel tempo?

finplastLo dico senza il minimo tentennamento: gli articoli che funzionano davvero sono quelli che raccontano la verità!

Che fanno dire a chi li legge: “si, questa azienda è proprio così”!

Risultati immediati si possono ottenere anche facendo i furbetti, ma per durare bisogna meritarselo.

Occorre essere concreti però e accettare una grande verità: “se aspettiamo che della nostra buona reputazione aziendale l’informazione  ne parli da sola, gli anni che abbiamo ancora a disposizione probabilmente non ci saranno sufficienti”. (Ti consiglio vivamente di rileggere con attenzione quest’ultima frase.)

Come fare allora?

Investire le giuste risorse nella comunicazione usando anche i publiredazionali.

knorrAscolto continuamente imprenditori che dicono con orgoglio “Noi lavoriamo in modo onesto e corretto da sempre, ma non andiamo a vantarcene sui giornali come fa…” e giù qualche noto Nome e Cognome “soprattutto poi se dobbiamo pagare! La cosa di deve diffondere in modo naturale.”

Ora, se vogliamo parlare di filosofia ok, ma se vogliamo parlare di cose concrete purtroppo,  non funziona così.  Perché “fa rumore un albero che cade, non la foresta che cresce”.

Va beh, e “Cielo a pecorelle, acqua a catinelle! Rosso di sera, bel tempo si spera!”.

Ok, ok, ok… lo ammetto ho usato una frase fatta ma che dice una grande verità: nel nostro sistema d’informazione le notizie che viaggiano in modo automatico sono principalmente quelle negative.

Ogni tanto mi chiedo cosa uscirebbe su di me facendo un sondaggio tra tutti gli Imprenditori che mi hanno incontrato. Tra l’altro sarebbe statisticamente attendibile visto che ho ampiamente superato il campione rappresentativo. Sicuramente qualche critica alle mie idee, magari anche al mio look (condizionato dai buffi basettoni anni 70 e improbabili giacche a quadri).

Sono certo però che avrei almeno un giudizio positivo: è onesto.Ilio 12

Rientro in argomento: è vero che i publiredazionali (articoli a pagamento) sono meno credibili dei redazionali (articoli fatti per scelta di una redazione)?

Ora comprendi perché ho voluto fare la premessa sull’onestà?

Fare questa domanda a chi come me, da oltre 18 anni “campa” vendendo publiredazionali!!!

Macellaio è fresca la tua carne?

Ok, come al solito però cercherò di usare la massima obiettività: ho letto publiredazionali che mi hanno fatto sorridere per quanto erano patetici, ma ho letto anche redazionali che facevano piangere per quanto fatti male e per il loro taglio palesemente “marchettaro” come si dice in gergo giornalistico.

SisysLa verità è che ci sono articoli fatti bene e altri fatti male; articoli che raccontano la verità e altri che raccontano cose non vere, articoli che portano vantaggio all’azienda e altri che non ne portano o che addirittura fanno danni. E questo indipendentemente dal fatto che siano gratuiti o a pagamento.

Dipende dalla professionalità e serietà di chi li realizza. Punto.

Io e il mio team, le interviste le facciamo con servizi giornalistici veri, visitando l’azienda,  guardando negli occhi l’imprenditore, realizzando foto professionali.

È chiaro, scriviamo solo cose positive, ma non scriviamo nulla che non sia autentico.

Siamo semplicemente molto bravi ad esaltare i valori e i punti forza. Quando incontriamo un’impresa con una buona reputazione aziendale, la sappiamo raccontare.

E visto che “carta canta”, sfido chiunque a trovare un articolo pubblicato nei miei servizi che sia palesemente scorretto e non credibile.

A cosa servono questi articoli? Ilio Stella

Prenditi altri 3 minuti per leggere anche quest’altro articolo: Mente e cuore della reputazione online: informare, emozionare – di Maurizio Lombardi

Se invece sei pronto a mettere in pratica quello che hai letto, contattami e vediamo come iniziare da subito.

Buona comunicazione.

Alla prossima

2 Comments

  1. Danilo Falappa Danilo Falappa 26 Gennaio 2015

    Ciao Ilio, ho visitato questo to Blog e mi sembra molto ben fatto oltre che molto interessante.
    Abbraccio

    • Ilio Stella Ilio Stella Post author | 26 Gennaio 2015

      Grazie Danilo!!!
      Come ho già scritto ce la metterò tutta per rendermi utile e dare spunti.
      I suggerimenti e i commenti di persone concrete e “del fare” come te, faranno la vera differenza.
      Un grande “in bocca al lupo” per il tuo nuovo importante progetto che so stai portando avanti.

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