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Credi ancora negli incontri (di lavoro) al buio?

 

Ti racconto un’esperienza che ho vissuto personalmente e che fa riflettere.

Sono stato contattato da un professionista con cui ho un collegamento su Linkedin, che a salvaguardia della privacy chiamerò Mario: il nome è di fantasia, ma la storia è davvero come la racconto.

Mario mi ha spiegato che, per il tipo di attività che svolgo, avrei potuto avvantaggiarmi di contributi a fondo perduto e mi ha offerto la sua consulenza per curare le pratiche.

Ovviamente ero molto interessato alla proposta: essendo un uomo del fare, sono ben consapevole di perdere delle opportunità in questo senso, perché trovo sempre molto tempo per lavorare e mai per verificare le agevolazioni di cui potrei usufruire.

Così Mario mi ha proposto un incontro in cui parlarne di persona. Visto che nelle due settimane successive ero impegnato nelle mie solite trasferte in giro per l’Italia, ci siamo accordati per sentici appena fossi rientrato.

Ripeto, l’argomento mi interessava, inoltre, da quello che mi ha detto e dal suo profilo Linkedin, Mario mi ha fatto un’ottima impressione. L’ho percepito come un esperto che conosceva bene la materia.

La sera successiva, come spesso mi accade, ero solo in una camera d’hotel e avendo tempo da riempire ne ho approfittato per cercare informazioni su questo professionista. In realtà è un’operazione che faccio sempre prima di incontrare qualcuno che non conosco: ormai sono anni che non faccio più incontri di lavoro “al buio”.

Quindi, come è mia abitudine, ho digitato il suo nome e cognome su Google per capire cosa si “dice in giro di lui”.

Non ho trovato niente di negativo, ma neanche notizie o contenuti che mi confermassero la sua autorevolezza nel settore.

Insomma, nulla che mi facesse capire il perché avrei dovuto preferire lui invece di rivolgermi direttamente al mio consulente fiscale.

Quello che voglio dirti è che Mario è uscito ridimensionato e sminuito da questa ricerca rispetto all’idea che mi ero fatto inizialmente.

Sai come è finita la storia?

Non ho più fissato l’incontro!

Ti ho raccontato questo episodio perché è emblematico.

Molti imprenditori e professionisti hanno un problema di cui non sono consapevoli: non comunicano in modo efficace le proprie competenze e le proprie differenze nel luogo principe dove oggi si cercano le informazioni, il web.

 

Per crearti una buona web reputation non è sufficiente il tuo sito internet e i tuoi profili social, dove sei sempre tu che “te la suoni e te la canti”. Servono fonti terze, credibili ed autorevoli, che parlino di te.

 

Ormai sempre meno persone sono disposte a fare “incontri di lavoro al buio”. Se non curi la tua identità nel mondo digitale, corri il serio rischio di essere (ingiustamente) pregiudicato prima che tu possa avere la possibilità di spiegare dal vivo la tua proposta.

 

Sai cosa può accadere?

Hai perso una vendita e magari il tuo “mancato cliente” ha fatto un cattivo affare comprando dal tuo concorrente. Il paradosso assoluto!

Chiudo con un suggerimento che dovresti seguire alla lettera: vai su Google, digita il tuo nome e cognome.

Adesso prova a guardarti con gli occhi di chi ancora non ti conosce, che impressione e immagine emerge di te.

 

Se non corrisponde a ciò che realmente sei, se non traspare il tuo vero valore o se addirittura ne esci sminuito, hai una priorità assoluta da mettere in agenda.

 

 

 

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